Innovare Torino: la sfida della sede dell’I3A. La sintesi dell’incontro con Guido Boella, Don Luca Peyron, e Marco Pironti
Martedì 10 novembre l’associazione Nuova Generazione per il Bene Comune ha organizzato il terzo appuntamento del progetto TO2031 sul tema dell’innovazione e della sede torinese dell’Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale (I3A). All’evento hanno partecipato Marco Pironti, Assessore all’innovazione del Comune di Torino, Guido Boella, Direttore del Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Torino e Don Luca Peyron, Coordinatore del Servizio per l’Apostolato Digitale dell’Arcidiocesi di Torino.
Lorenzo Berto, avvocato del Foro di Torino e membro del gruppo TO2031, ha fornito un’introduzione al dibattito inquadrando la discussione all’interno di un contesto drammatico, quello di una generazione di trentenni che si sono trovati di fronte una pandemia e crisi economica senza precedenti. Di fronte alle molte difficoltà di questo tempo, la nuova generazione vuole guardare con ottimismo verso il futuro e le vittorie come quella della sede dell’I3A sono fondamentali e aiutano i giovani nel loro tentativo di radicare la loro attività professionale e la loro vita familiare in città.
La mancata candidatura di Torino per ospitare la sede italiana del Tribunale unificato dei brevetti (TUB) ci aveva fatto pensare ad un ennesimo insuccesso di questa amministrazione, ma soprattutto della stessa Città di Torino. Ecco che allora abbiamo chiesto ai relatori di spiegarci se la sede dell’I3A fosse un “contentino” rispetto alla mancata candidatura del TUB oppure no e quali fossero le prospettive e le funzioni di questa nuova struttura.
Il professore Marco Pironti, assessore all’innovazione, ha parlato di un gioco di squadra con il Sindaco Sala per la candidatura di Milano a sede del TUB, ma ha anche sottolineato come questa partita non abbia niente a che vedere con il documento strategico del MISE sull’intelligenza artificiale, il quale aveva previsto la creazione dell’Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale e che Torino è risultata la scelta adatta proprio per la sua propensione storica all’innovazione. “Per noi – continua Pironti – non è un inizio di una nuova fase, ma uno strumento – quello dell’I3A – per non disperdere le energie imprenditoriali del nostro territorio”. L’intelligenza artificiale permetterà, infatti, di rivalutare il know how delle nostre aziende permettendo loro di cambiare sfruttando la leva della tecnologia. Non è solo, quindi, un modo per non far scappare i giovani dalla città offrendogli un’occasione nuova di sviluppo, ma anche, e soprattutto, un modo per attrarre nuove energie e competenze dall’estero.
L’I3A è un modo per attrarre energie e competenze dall’estero a Torino.
Guido Boella, direttore del Dipartimento di informatica, sostiene che per Torino sia molto meglio l’I3A, piuttosto del TUB, dal punto di vista tecnologico-scientifico, ma anche dal punto di vista della ricaduta e dell’impatto sulle aziende del territorio. L’I3A si andrà a connettere, per esempio, con altre iniziative future delle città, come il Parco della Salute o i Digital Innovation Hub europei, alcuni dei quali potrebbero avere sede proprio a Torino. L’intelligenza artificiale andrà a trasformare la società stessa, i rapporti con le persone e con il potere. Così non solo l’economia, ma anche gli aspetti giuridici, sociali ed etici della nostra società saranno toccati da questa trasformazione e Torino può giocare un ruolo anche in questo senso, forte della sua esperienza.
L’I3A si andrà a connettere con altre iniziative future delle città, come per esempio il Parco della Salute.
Don Luca Peyron, parroco torinese, coordinatore del Servizio per l’Apostolato Digitale dell’Arcidiocesi di Torino (www.apostolatodigitale.it), sottolinea come l’I3A pone Torino al centro di un percorso nazionale e non solo locale di sviluppo. Torino, spiega, è poco capace di fare squadra, ma è molto capace di coltivare i talenti. L’I3A quindi trova sede in un luogo dove coltivare talenti è un’eccellenza. La sfida sarà dunque quella di attrarre e trattenere queste nuove energie. “Mi auguro – conclude – che il centro italiano diventi presto il centro europeo per l’intelligenza artificiale”.
Torino è poco capace di fare squadra, ma è molto capace a coltivare i talenti. La sfida sarà dunque quella di attrarre e trattenere queste nuove energie.
I fondi stanziati ad oggi raggiungono il budget annuo di 80 milioni. A questo è collegato un organico di lavoratori e lavoratrici che sarà di circa 1000 persone, con la previsione di una robusta collaborazione con altri istituti di ricerca. L’associazione Nuova Generazione per il Bene Comune continuerà a monitorare lo sviluppo di questo Istituto, affinché da annuncio si trasformi in realtà concreta.
In sintesi, Torino ha ottenuto dal governo di diventare la città che ospita l’Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale. Il processo per arrivare a concretizzare questo risultato è ancora lungo e coinvolge diversi ministeri e non è ancora concretamente definito.
Torino è il luogo adatto per ospitare la sede l’Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale, poiché rappresenta una realtà storicamente innovativa e perché è capace di coltivare talenti. L’I3A è un’operazione che può infondere speranza nelle nuove generazioni, ma avrà anche il compito di attrarre competenze dall’estero. 80 milioni di budget annui e 1000 persone impiegate saranno un nuovo inizio che infonde fiducia per il futuro della nostra città.