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Progetto TO2031 – Incontro online “Innovare Torino: la sfida della sede dell’I3A”

È in programma martedì 10 novembre alle ore 21, sulla piattaforma Zoom e in diretta su Facebook, il nuovo incontro organizzato dall’Associazione Nuova Generazione all’interno del progetto TO2031: “Innovare Torino: la sfida della sede dell’I3A”.

Torino sarà la sede dell’Istituto italiano per l’Intelligenza artificiale (I3A), struttura di ricerca e punto di riferimento per lo sviluppo dell’IA in Italia che potrà contare, a regime, su un organico di un migliaio di persone e su un budget annuale pari a circa 80 milioni di euro. Insieme a Simone Fissolo, coordinatore progetto TO2031 e moderatore dell’incontro, e Lorenzo Berto, avvocato del foro di Torino che introdurrà la serata, ne parleranno tre relatori d’eccezione come Guido Boella, Direttore del Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino; Don Luca Peyron, Coordinatore del Servizio per l’Apostolato Digitale dell’Arcidiocesi di Torino; e Marco Pironti, Assessore all’Innovazione del Comune di Torino.

INNOVARE TORINO: LA SFIDA DELLA SEDE DELL’I3A

Martedì 10 novembre 2020 alle ore 21

Online: partecipa su Zoom prenotandoti alla mail info@associazionenuovagenerazione.it o segui la diretta sulla pagina Facebook “Associazione Nuova Generazione” a questo link.

Relatori:

  • Guido Boella, Direttore Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino
  • Don Luca Peyron, Coordinatore del Servizio per l’Apostolato Digitale dell’Arcidiocesi di Torino
  • Marco Pironti, Assessore all’Innovazione del Comune di Torino

Modera: Simone Fissolo, coordinatore progetto TO2031

Introduce: Lorenzo Berto, avvocato del foro di Torino

 

Per un primo approfondimento, ecco un articolo del Sole24ore del 4 settembre 2020.

La decisione è arrivata contemporaneamente per Torino e Milano: il capoluogo del Piemonte sarà sede dell’Istituto italiano per l’Intelligenza artificiale (I3A) mentre a Milano arriva il Tribunale Unificato dei Brevetti. Già ieri sera la sindaca di Torino Chiara Appendino ha parlato di un «traguardo» per la città e al contempo un «punto di partenza», che riconosce il lavoro fatto sui temi dell’innovazione.

L’obiettivo del Governo è assai ambizioso, consideran­do il dibattito talvolta polemico a cavallo delle due regioni. «Creare una sinergia tra le due città e il Governo e, allo stesso, tempo consolidare l’asse nord-ovest del Paese: una strategia che renderebbe ancor più forti Milano e Torino e, con esse, l’Italia».

L’I3A funzionerà come un vero e proprio network con l’obiettivo di coordinare le diverse attività di ricerca in questo campo e costituirà uno dei tasselli principali per la strategia definita dal ministero per lo Sviluppo economico, sottolinea una nota del Governo. «Sarà una struttura di ricerca e trasferimento tecnologico capace di attrarre talenti dal mercato internazionale e, contemporaneamente, diventare un punto di riferimento per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale in Italia, in connessione con i principali trend tecnologici (tra cui 5G, Industria 4.0, Cybersecurity)» spiega Palazzo Chigi.

Dal punto di vista operativo, I3A potrà contare, a regime, su un organico di un migliaio di persone e su un budget annuale pari a circa 80 milioni di euro. In questo sistema Torino sarà hub di riferimento con 600 addetti, in collaborazione con centri di ricerca e università. Tra i settori coinvolti ci saranno manifattura e robotica, IoT, sanità, mobilità, agrifood ed energia, Pubblica amministrazione, cultura e digital humanities, aerospazio.

Un ruolo in questa partita l’ha giocato l’Arcidiocesi di Torino e in particolare don Luca Peyron, una storia da consulente in proprietà industriale prima di diventare parroco. Insegna teologia della trasformazione digitale a Milano e Torino e si occupa di “spiritualità” delle tecnologie, oltre a essere direttore della Pastorale universitaria, dove da novembre è attivo un “pensatoio” sulla trasformazione tecnologica e digitale. A luglio è uscito il documento del Mise sull’Intelligenza artificiale e da lì è nata la candidatura della Città di Torino. «La diocesi in questo progetto c’è per diverse ragioni – spiega – anzitutto alla luce del tema dell’etica applicata alla tecnologia, poi perché si vuole valorizzare e promuovere il territorio, con Torino che può agire da motore di sviluppo su questi temi e dare una chance ai ragazzi di quest’area. Partiamo da un tema, che tipo di IA vogliamo? Torino ha una attenzione storica sui temi della sussidiarietà e dell’inclusività, forte dell’esperienza dei santi sociali».

Da un lato, dunque, l’ecosistema dell’innovazione su cui ha scommesso l’amministrazione di Chiara Appendino, con l’esperienza di Torino City Lab e le sperimentazioni sulla smart city, dall’altro eccellenze del settore universitario come Barbara Caputo, docente di Ingegneria informatica, o Guido Boella, a capo del Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino.