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Clima Torino: la sfida di cambiare. La sintesi dell’incontro con Marta Ellena e Piero Pelizzaro

Martedì 13 ottobre l’associazione Nuova Generazione per il Bene Comune ha organizzato il secondo appuntamento del progetto TO2031 sul tema dei cambiamenti climatici che impattano la nostra città. All’evento hanno partecipato Marta Ellena, Research Fellow del Centro Euromediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) e Piero Pelizzaro, Chief Resilience Officer del Comune di Milano.

Rachele Rizzo, coordinatrice della sezione giovani di Italian Climate Network e membro del gruppo TO2031, ha fornito un’introduzione al tema dei cambiamenti climatici, chiarendo la differenza tra meteo e clima e sfatando qualche mito in merito al collegamento tra cambiamento climatico e azione umana: la maggioranza dell’opinione pubblica pensa che la causa del cambiamento climatico sia ancora incerta, mentre il 97% della comunità scientifica ha stabilito questo nesso.

I cambiamenti climatici hanno anche cause naturali, ma l’aumento esponenziale della temperatura di questi ultimi anni è una prova dell’influenza dell’attività dell’uomo: 19 degli ultimi 30 anni sono i più caldi mai registrati. Tra gli impatti più evidenti il CMCC parla di riduzione della barriera corallina, di innalzamento dei mari, di fusione dei ghiacciai, di perdita di biodiversità, di aumento delle ondate di calore e di fenomeni metereologici estremi. Questi sono temi che non impattano solo l’ambiente, ma la nostra economia e le nostre società. Vista la forte urbanizzazione a livello europeo e mondiale, le città sono chiamate ad agire come protagoniste nelle attività di mitigazione (riduzione delle emissioni di gas climalteranti) e di adattamento ai cambiamenti climatici.

Marta Ellena lavora, insieme al CMCC, a modelli che misurano l’impatto dei cambiamenti climatici sui territori e la società. Tale lavoro è utile nel fornire ai decisori politici stime utili a mappare il rischio del cambiamento climatico sul territorio e a sviluppare piani di mitigazione e adattamento basati sulle conoscenze scientifiche.  Tali ricerche sono particolarmente rilevanti per il nostro territorio, in quanto il bacino mediterraneo e la zona alpina sono “hot spot” climatici, ovvero zone in cui gli effetti dei cambiamenti climatici avvengono con maggior velocità e saranno consistenti nel prossimo futuro.

Tra gli esempi riportati, si è discusso del cambiamento delle precipitazioni atmosferiche, che cambieranno frequenza ed intensità in Italia se l’attività umana dovesse continuare ad impattare sul clima senza cambiamenti e politiche adeguate di sostenibilità ambientale. Il CMCC ha realizzato per la zona del pinerolese un progetto, chiamato Alcotra-Atraclim, che mappa i rischi di alluvioni e valanghe.


Torino è impegnata in prima linea nel combattere il cambiamento climatico attraverso l’adesione al Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia e all’iniziativa Mayors Adapt.


Piero Pelizzaro, direttore della Direzione di progetto Città Resilienti all’interno della Direzione Transizione ambientale del Comune di Milano, nata all’interno del progetto della Fondazione Rockfeller chiamato “100 Città Resilienti” (ora “Resilient Cities Network”), che ha destinato fondi ad alcuni comuni al fine di creare un servizio di supporto alla gestione dei rischi.

La rete italiana delle “100 Città Resilienti” coinvolge le città di Roma e Milano, la prima però in forte difficoltà nell’esprimere un avanzamento delle politiche cittadine.

Milano non è l’unica città italiana a parlare di resilienza – sostiene Pelizzaro – questa tematica è infatti entrata anche nelle amministrazioni di Bologna, Genova e Torino. Il cambiamento climatico e la resilienza sono trasversali, pertanto il successo della Direzione Città Resilienti risiede nella piena integrazione delle considerazioni climatiche e sociali all’interno di delibere elaborate da altre direzioni.

A Milano dal 1901 al 2017 si è assistito ad un aumento medio della temperatura di ben due gradi centigradi. Per combattere contro un ulteriore aumento delle temperature, il Comune di Milano ha attivato una serie di progetti, tra cui: la riapertura dei Navigli (costo stimato sui 600 milioni di euro), il progetto ForestaMi con la piantumazione di 3 milioni di alberi entro il 2030 (la piantumazione di un albero in un’area non verde costa sui 600/800 euro), la realizzazione di luoghi multifunzionali come il Velodromo del Parco Nord di Milano, la de-pavimentazione, l’aumento delle case dell’acqua (da 22 a 52), il Depuratore di Nosedo, completamente autosufficiente a livello energetico, e le sperimentazioni sulle Comunità energetiche.


Il cambiamento climatico e la resilienza sono tematiche trasversali. L’amministrazione nel suo complesso e nelle sue articolazioni, deve ragionare tenendo conto dei problemi del cambiamento climatico.